Definiamo la ricerca
Negli ultimi 20-25 anni, le lenti a contatto morbide hanno subito una fortissima evoluzione nel tentativo continuo di soddisfare in maniera definitiva i desideri dei portatori di sentirsi come se non s’indossasse alcuna lente a contatto. L’obiettivo sfidante, quindi, è quello di soddisfare le necessità e le aspettative dei portatori di lenti a contatto e degli applicatori, evitando i problemi di comfort quotidiano che contribuiscono all’abbandono dell’uso delle lenti. La motivazione per farlo è veramente inoppugnabile. I benefici funzionali come una visione più naturale, l’assenza di impedimenti nella pratica dello sport, niente più occhiali che scivolano o si appannano, sono implementati dai benefici emotivi come: una maggiore sicurezza a scuola per i bambini, attraverso un aspetto più naturale e il mantenimento di un aspetto giovanile per i presbiti. La lente a contatto ideale dovrebbe aspirare al “Santo Graal”, ovvero, la fusione vincente dei quattro obiettivi chiave: comfort, visione, salute e praticità. La lente a contatto ideale dovrebbe poter fornire tutte queste caratteristiche a tutti i portatori e per tutto il tempo. Ciascuna caratteristica rappresenta inoltre una proprietà della lente che può entrare in conflitto con uno degli altri obiettivi chiave. Ad esempio, il silicone permette di costruire lenti con una elevata trasmissibilità all’ossigeno, ma le sue caratteristiche idrofobe possono interferire con la bagnabilità della lente: un fattore chiave per visione e comfort. Il porto esteso offre praticità, ma comporta rischi leggermente maggiori.
Il viaggio
Negli ultimi dieci anni abbiamo visto progressi notevoli nelle geometrie delle lenti a contatto e nella chimica dei polimeri. Con la salute come maggiore preoccupazione, la “ricerca” si è focalizzata principalmente sulle lenti a contatto con il DK/t più alto, per prevenire l’ipossia corneale. La capacità del silicone di trasmettere l’ossigeno in quantità molto superiori rispetto a quelle dei primi idrogel a base di HEMA ha aperto lo sviluppo del materiale del Silicone Idrogel (SiHy). Su numerosi tipi di materiali SiHy sono state apportate delle variazioni , come la massimizzazione del Dk e l’aumento della bagnabilità, nel tentativo di rendere le lenti a contatto più biocompatibili e confortevoli. Diversi produttori hanno affrontato la sfida di rendere le lenti SiHy bagnabili, confortevoli e resistenti ai depositi, utilizzando differenti strategie con diverso esito. Alcune lenti SiHy utilizzano superfici innovative trattate al plasma per aumentare la bagnabilità, mentre altre incorporano agenti umettanti e cambiamenti del polimero. Soprattutto , l’utilizzo di materiali in Silicone Idrogel ad alta permeabilità all’ossigeno ha ridotto in maniera significativa i casi correlati ad ipossia, sia nel porto diurno che esteso. Le complicanze legate all’ipossia, come microcisti, strie, iperema bulbare e limbare, sono state praticamente eliminate nei portatori di lenti a contatto in Silicone Idrogel. Contemporaneamente agli sviluppi osservati nella chimica dei polimeri, ci sono stati grossi passi avanti anche nella geometria ottica delle lenti, raggiungendo l’obiettivo di una maggiore qualità ottica e una visione più nitida. Le ottiche asferiche correggono l’aberrazione sferica dell’occhio, zone toriche anteriori e posteriori permettono la correzione dell’astigmatismo e diverse geometrie innovative ora correggono la presbiopia. Le lenti a contatto in Silicone Idrogel ora sono disponibili in un gran numero di geometrie e parametri così da correggere le ametropie sferiche, L’astigmatismo e la presbiopia. Geometrie avanzate hanno reso le lenti morbide toriche molto più confortevoli e la loro applicazione molto più facile e prevedibile. Inoltre, grazie al perfezionamento dei metodi e delle tecnologie di produzione, è stato possibile eliminare molte distorsioni ottiche e difetti, vera piaga delle lenti prodotte per stampaggio. Questi miglioramenti significativi hanno spinto le lenti in silicone idrogel verso una posizione di rilievo, dimostrando in Europa una crescita importante rispetto ad altri materiali per lenti a contatto, e sono generalmente considerate all’avanguardia nella tecnologia delle lenti morbide.
Comfort della lente
La paura della mancanza di comfort è la principale barriera per chi prova le lenti a contatto per la prima volta, e il comfort ha un ruolo chiave per i circa 125 milioni di portatori di lenti a contatto nel mondo. Una recente ricerca stima che il tasso di drop-out sia del 15,9% in USA, del 17% nel continente americano, del 31% in Asia e del 30,4% in Europa. In questo studio il discomfort risulta la prima ragione di abbandono. il 41,9-52,9% di chi ha abbandonato l’uso delle lenti ha citato il discomfort come ragione principale. Fattori come la geometria della lente, l’appoggio sulla cornea e la formazione di depositi, possono influenzare il comfort durante l’uso delle lenti a contatto. In ogni caso, il sintomo più comune sperimentato con l’uso delle lenti è la secchezza oculare. A questo proposito, la caratteristica più importante di una lente a contatto morbida è la superficie e la sua interazione con il film lacrimale.